

VITA E STORIA DELLA MINIERA DI ARSIA

Giovedì 27 ottobre alle ore 18 presso la Sala Comunale d'Arte "Giuseppe Negrisin", inaugurazione di Vita e storia della miniera di Arsia, mostra storica promossa dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, a cura di Rinaldo Racovaz, organizzazione Fameia Muiesana e Comune di Muggia
Giovedì 27 ottobre alle ore 18, presso la Sala Comunale d’Arte "Giuseppe Negrisin" a Muggia in piazza Marconi 1, si inaugura "Vita e storia della miniera di Arsia", un'ampia mostra storica promossa dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, curata da Rinaldo Racovaz e organizzata dall'associazione culturale Fameia Muiesana e dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia. In esposizione documentazione che racconta la fondazione della città mineraria di Arsia, in Istria, dagli innovativi aspetti tecnologici fino alla vita quotidiana dei minatori. La mostra sarà integrata dalla lettura scenica "Arsia, 28 febbraio 1940, ore 4.35 circa - Il più grande disastro della storia mineraria italiana", scritta da Francesco Fait e accompagnata dall'associazione musicale Serenade Ensemble, che presenta ulteriori testi, immagini e filmati d'epoca, in programma domenica 30 ottobre alle ore 17 presso il Teatro Comunale "Giuseppe Verdi" in via San Giovanni 4, sempre a Muggia.
Alle ore 4.35 di mercoledì 28 febbraio 1940, ai livelli 15, 16, 17 e 18 della miniera dell'Arsa (Istria), ci fu uno scoppio che causò un'ondata esplosiva che percorse cantieri e gallerie alimentandosi, dove fu possibile, attraverso la combustione della polvere di carbone e mutandosi successivamente in aria compressa e quindi in fumo e ossido di carbonio. In quel momento, alla fine del turno di notte, in miniera si trovavano centinaia e centinaia di uomini; i morti alla fine furono 185, gli intossicati circa 150: cittadini italiani di nazionalità italiana, croata e slovena.
Si trattò di uno dei più gravi disastri della storia mineraria mondiale e probabilmente del più grave infortunio collettivo della storia d'Italia.
Dopo le sanzioni ai danni dell'Italia per l'aggressione all'Etiopia e la svolta economica autarchica decisa da Mussolini, le miniere di lignite dell'Arsa erano diventate strategiche. Furono pertanto sottoposte ad uno sfruttamento intensivo al punto che la produzione raggiunse in breve tempo il milione di tonnellate di carbone all'anno e la forza lavoro i 7.000 addetti. Nella valle del torrente Carpano venne edificata la città mineraria di Arsia (oggi Raša), alla cui “fondazione” fu presente Mussolini, che pose la prima pietra per la “Casa del fascio” e scese in miniera cimentandosi nel lavoro del minatore.
A fare le spese di una produzione febbrile e incosciente (che in gergo minerario si dice “di rapina”) fu la sicurezza dei lavoratori. Infatti, già prima del disastro del 28 febbraio, ci furono altri incidenti collettivi, di cui due particolarmente gravi nel 1937 e 1939 che causarono, rispettivamente, la morte di 13 e 7 operai.
La mostra, a ingresso libero, rimarrà aperta fino a domenica 20 novembre 2016 con i seguenti orari: da martedì a venerdì 17-19, sabato 10-12 e 17-19, domenica e festivi 10-12.



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