

IL PRISMA DELL'ESSERE
Venerdì 31 luglio alle ore 19 presso il Museo d'Arte Moderna "Ugo Carà", inaugurazione della mostra Il prisma dell'essere, personale di Pino Giuffrida
Venerdì 31 luglio 2015 alle ore 19 s’inaugura al Museo d’Arte Moderna "Ugo Carà" di Muggia la mostra personale del pittore Pino Giuffrida, intitolata "Il prisma dell'essere". Organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Muggia e introdotta sul piano critico da Giancarlo Bonomo, la rassegna propone una trentina di opere di grande dimensione realizzate dall’artista negli ultimi anni di ricerca pittorica.
La pittura visionaria ed ammaliante di Giuffrida - scrive Bonomo - offre momenti di riflessione autentica aldilà dello stupore ch'essa suscita, e quale naturale spettacolo di espressione scenica. Ed è interessante, a questo proposito, la lettura delle sue brevi dimostrazioni che pongono quegli interrogativi esistenziali che costituiscono a loro volta, la chiave di lettura della sua enigmatica indagine. La realtà dell'apparenza viene fortemente posta in discussione dall'artista che si chiede se tutto non sia altro che un capriccio della mente tutta presa dal suo egoico meccanismo, mera rappresentazione quasi "teatrale" (e paradossale) di un regista oscuro chiamato cervello che diviene il governatore della nostra esistenza. Ma quella che percepiamo attraverso i nostri sensi è poi la vera vita? Da questa domanda muove tutta la sua ricerca trasversale totalmente fuori da canoni riconoscibili. Nel Giuffrida più affermativo (e forse "ermetico") c'è la costruzione di un mondo sopra il mondo, di una vita " altra" sopra una vita convenzionale ch'egli non riconosce autentica nelle sue ingiustizie nei drammi quotidiani e nei palesi disequilibri sociali. Ecco allora la riscoperta della parte più intima, la dimensione interiore cui fa riferimento racchiusa in quell'Essere concepito come un prisma multidimensionale dove infinite sono le percezioni e le facoltà cognitive. Ed in questo contesto è indubbio che Giuffrida trovi proprio nel buio dell'inconscio un piano riferimento certo più veritiero (individuando così un'altro aspetto del suddetto prisma) pur nella complessità interpretativa della sua struttura. Il linguaggio dell'inconscio, svincolato dal pensiero razionale , non ha confini, non riconosce limiti dogmatici. Esso interviene aldilà dei nostri progetti, dei nostri pensieri. Si insinua nelle pause dell'esistenza senza chiedere il permesso, quando pensiamo di trovarci in uno stato di "sospensione" da noi stessi. In questa probabile riflessione , prendono forma le dinamiche costruzioni antropomorfe e zoomorfe dell'artista, i fantasmi di un'inquietante metafisica dello sguardo. I suoi specchi apparentemente deformati sostituiscono ciò che risiede nella parte oscura che spesso non indaghiamo, per pudore o timor panico compaiono allora gigantesche figure allungate, forme allegoriche , simbologie primordiali in composizioni dove l'improbabile (se non l'impossibile) prende corpo e vita nell'umanità disorientata e mutilata nei suoi valori fondanti .
Giuffrida - conclude Bonomo - non ha la pretesa di dispensare insegnamenti o suggerire risposte ma, al contrario, intende sollecitare ragioni ultime che la Ragione non risolve. E, forse, proprio per questo è il merito ed il senso di una ricerca semiologica di gusto surreale iniziata tanti anni fa, meditando dal teatro della rappresentazione attoriale (nell'esperienza della scenografia) a quello della vita che si manifesta davanti al nostro sguardo illusioni e verità nascoste.
La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile sino a domenica 23 agosto con il seguente orario: da martedì a venerdì dalle 18.00 alle 20.00, sabato dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 20.00, domenica e festivi dalle 10.00 alle 12.00.



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